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Nello sforzo di tradurre in linguaggio canonistico l'ecclesiologia conciliare, le categorie di universale e particolare, che appartengono all'essenza stessa della Chiesa come dimensioni di una reciproca immanenza nella sua realtà misterica, non si presentano semplicemente come modalità giuridiche di tipo organizzativo ma esprimono le esigenze dell'unica Chiesa che al tempo stesso vive in un mosaico di realtà "nel quale sono raffigurati i volti di tutti i fedeli, laici e Pastori, e di tutte le comunità" (Benedetto XVI).